Torremaggiore: peranzana, vini, territorio e storia

Torremaggiore -

Torremaggiore, località a pochi passi da Foggia appartenente all’alto Tavoliere della Puglia, è un’area territoriale custode di cultivar locali tipiche.

Un fazzoletto di territorio ancorato alle proprie tradizioni, coltivate e preservate con senso di continuità fra passato e futuro.

Oggi vi conduco attraverso un itinerario fra territorio, le sue principali cultivar e i luoghi d’interesse culturale.

Partiamo della peranzana, punta di diamante della produzione olearia Torremaggiorese, e dai vitigni locali autoctoni come il nero di troia.

LA PERANZANA: INDENTITA’ DEL TERRITORIO di TORREMAGGIORE

Un filo d’olio. Prendere ogni fetta di pane con le dita dalla parte della crosta, stringerla e lasciarla poi andare in modo che l’olio si sparga liberamente. [Manuel Vázquez Montalbán]

Torremaggiore - olio di Peranzana

La produzione areale della cultivar Peranzana è proprio Torremaggiore e altri comuni appartenenti all’alto tavoliere della Puglia.

Chiamata anche provenzana o provenzale dal suo territorio di origine, la Provenza, trasformata poi per mutazione dialettale in provenzana.

Questa oliva, a differenza di altre è più versatile giacchè si presta sia alla produzione di olio che come amabile prodotto da tavola.

L’olio di Peranzana è caratterizzato da una bassa acidità, un gusto armonico e un tempo di buona conservazione più lungo rispetto ad altre qualità di olive.

Buona parte del territorio è destinato alla coltivazione di questa tipicità.

Ciò ha ingenerato negli abitanti locali una consapevolezza dell’importanza della produzione di olio.

Tale fattore diventa fierezza identitaria territoriale motivo di recupero del concetto della terra come valore.

I FRANTOI LOCALI VISITATI

Torremaggiore - oleifici locali

Diverse le storie dei frantoi visitati: oleifici da generazioni o trasformazioni di società agricole in oleifici nei quali coinvolgere le nuove generazioni.

Altri artefici di intuizioni imprenditoriali che rilevano vecchi frantoi per elevarli a produzione industriale di valore tradizionale.

Innovativo è il frantoio De Cesare che gestisce la produzione con macchinari di ultima generazione che consentono ai privati di essere aggiornati sulla produzione.

Di fatti attraverso un indirizzo IP è possibile verificare lo stato di trasformazione del loro prodotto.

Oppure il frantoio Principe Paviro orientato alla ecosostenibilità.

Orientamento che spinge a sfruttare tutto dell’oliva compresi i noccioli che formano in nocciolino, combustibile naturale con un elevato potere calorifero.

Oleifici storici con una tradizione multigenerazionali come l’ Antico frantoio Ametta ancorato al metodo classico a pressione, fatto mediante compressione delle olive con presse.

Ci sono poi oleifici moderni che affondano le radici nella tradizione dei ricordi di famiglia dedicandosi non solo alla produzione di olio ma anche di vino, come l’Azienda Nonno Vittorio.

LA PRODUZIONE LOCALE DI VINI DI TORREMAGGIORE E DINTORNI

blog tour Radici

Pensando alla Puglia il pensiero si volge per lo più alla produzione di olio.

Eppure questa regione è del pari vocata alla viticoltura, tanto da essere seconda in termini di produzione vinicola solo alla Toscana.

Fra i vitigni autoctoni di questa area la fanno fa padrone il Bombino bianco e il Nero di troia.

Cultivar affiancate da vini di “adozione” come il Montepulciano e la Falanghina.

Il Bombino è il vitigno maggiormente presente nell’area del foggiano, ha un sapore acidulato e sapido che lo rende adatto per vini spumantizzati.

Altra cultivar è il “Nero di Troia” così chiamato per la sua “alta carica polifenolica che conferisce un colore rubino intenso che, a volte, può sembrare nero“).

Quest’ultimo (paragonabile per longevità al Barolo) è del pari presente nell’area in maniera massiva soprattutto nella parte Nord della Puglia.

Diverse le aziende visitate che hanno raccolto la tradizione vinicola locale per farne un punto di forza della loro produzione.

Aziende storiche come la Cantina Alfonso del Sordo nata nel 1860, la prima di lavorare in purezza uve Nero di Troia con le quali produce vini fra metodo tradizionale, ricerca e sperimentazione.

Aziende Agricola come la Cantina Ariano fra le prime convertite al metodo di agricoltura biologica che oggi porta a avanti insieme alla produzione classica a base di Falanghina, Negroamaro e Primitivo.

Ci sono poi aziende più giovani Sacco Vignaioli Apuli (2015) che puntano tuttavia a dare una identità enologica alla propria terra.

Così studio, passione, motivazione determinazione diventano punti focali nella produzione vincola del territorio nativo.

Allo stato vantano cinque etichette prodotte con Nero di Troia, Falanghina e Blend di Bombino e Malvasia.

Torremaggiore - visita aziende vinicole Sacco e Ariano

LE CANTINE IPOGEE

Un capitolo a parte meritano le cantine Ipogee (hypógheios), non ero mai stata in una cantina simile; è stato interessante ed emozionante visitarle e conoscerne il funzionamento.

Sapete cosa sono? Si tratta di antiche costruzioni sotterranee o grotte naturali recuperate e destinate a luogo di affinamento e conservazione del vino sotto terra.

La peculiarità di queste cantine è mantenere umidità e temperatura costanti, essere prive di vibrazioni, rumori e odori, oltre ad avere una luce scarsa.

Tutti fattori importanti per la produzione di spumante prodotto con metodo classico (champenoise) perchè evitano che il vino subisca sbalzi di temperatura.

Torremaggiore - Cantine ipogee San Severo Puglia

Infatti questa zona è risultata vocata per la spumantizzazione col metodo Classico.

A San Severo, altro comune della Capitanata (parte settentrionale della Puglia), ho avuto modo di visitarne due.

Cantine 7 campanili piccola realtà che produce spumante con metodo classico (Brut, Pas dosè, brut Rosè) utilizzando bombino bianco e Pinot nero.

D’Araprì Spumanti produce spumante da metodo classico (“Champenoise”) dal 1979.

Cantina nata dall’intuizione di tre amici di valorizzare il vitigno autoctono della Capitanata “Bombino bianco” convertendolo in bollicine.

E’ stata la prima cantina a far propagare l’affermazione degli spumanti autoctoni nel Sud Italia e oggi la sua produzione arriva anche al mercato estero.

TORREMAGGIORE: COSA VEDERE E COSA FARE

Torremaggiore - cosa vedere nella cittadina

Se capitate a Torremaggire o nei dintorni di Foggia ecco cosa potreste visitare.

A Torremaggiore potete ammirare il Castello ducale, originatosi come maniero fortificato, sviluppato attorno alla originaria torre quadrata centrale del periodo svevo normanno.

In seguito fu modificato dai Principi di Sangro da cui prese l’attuale aspetto rinascimentale.

Nominato monumento nazionale dal 1902 oggi al suo interno è allestito il Museo civico Archeologico dove sono esposti i ritrovamenti fatti a Fiorentino e reperti archeologici delle popolazioni Daunie.

Torremaggiore Chiesa di Sant'Anna Cristo velato

Nelle vicinanze del castello c’è la Chiesa di Sant’Anna in origine cappella gentilizia dei De‘ Sangro oggi di i proprietà dell’Arciconfraternita del Santo Rosario.

Al sui interno c’è la riproduzione in cartapesta leccese di un Cristo velato bruciato, si dice a causa forse di un corto circuito, e ritrovato inspiegabilmente murato.

Nella parte posteriore è conservata la riproduzione originale che riporta i segni delle bruciature.

La Chiesa della cittadina è la Chiesa matrice di San Nicola, culla dei fedeli di Torremaggiore nonchè la più antica della cittadina

Fu fondata dai superstiti di Fiorentino nella seconda metà del XII sec, a dispetto del rifacimenti subito il campanile attuale ingloba reperti lapidei provenienti dall’antica cittadina in buona parte distrutta nel 1225.

Torremmaggiore - passegiata per Codacchio e Vichi

Se invece non amate i musei potete sempre godervi una passeggiata nel centro storico definito codacchio costituito da una strada principale e 5 vichi che la tagliano in modo trasversale.

COSA VEDERE NEI DINTORNI DI TORREMAGGIORE: SITO ARCHEOLOGICO DI CASTEL FIORENTINO

Poco fuori Torre Maggiore c’è il Castel Fiorentino, centro di interesse culturale dichiarato Patrimonio UNESCO dal 2017 e sito archeologico di recente scoperta (1982-1992) tutt’oggi in fase di scavi.

Una città fortificata sorta fra il VI e VII sec, passata fra Bizzantini, Normanni, Svevi (XIII sec) e Angioini che poi lo diedero in feudo.

Gli scavi hanno riportato alla luce la Domus di Federico II e la Cattedrale intitolata a San Michele Arcangelo.

Torremaggiore - cosa vedere nei dintroni sito archeologico di Castel Fiorentino

Tuttavia la maggiore notorietà della località è dovuta al fatto di essere stata il luogo in cui, il 13 dicembre 1250, si spense Federico II di SveviaApud portam ferream sub flore”.

La leggenda narra, infatti, che l’imperatore morì qui come da profezia di Michele Scoto che gli aveva preannunciato la morte in una località in cui era contenuta la parola fiore.

LUOGHI DI INTERESSE PAESAGGISTICO: IL LAGO DI LESINA

Torremaggiore  - visita al Lago di Lesina

Se cercate gite più disimpegnate il Lago di Lesina farà al caso vostro.

Paesaggisticamente è suggestivo essendo situato fra il Tavoliere della Puglia e il promontorio del Gargano.

In verità chiamarlo lago è improprio perchè non si tratta di un bacino chiuso essendo collegatoa al mar Adriatico da due canali.

Non è molto profondo, la sua profondità infatti non supera i due metri.

Formatosi dall’accumulo di sedimenti lacustri è il nono lago italiano.

Questi e altri dettagli vi saranno raccontati dalla guida se optertete per un giro in barca che vi consiglierei di fare

Qui sul lago oltre a fare un giro in barca avrete modo di scoprire la pesca di paranza, fare kitesurf, ammirare dei tramonti suggestivi, degustare piatti con il pescato del giorno.

Se amate camminare potete anche fare percorsi di trekking nell’adiacente Bosco Isola.

Torremaggiore - cosa fare - trakking a Bosco Isola

Lungo il percorso nella macchia mediterranea ammirerete i suoi frutti (rosmarino, cappieri, mirto, corbezzoli..), i fiori variegati arrivando fino al mare dove, davanti a voi vedrete le Tremiti e a latere la Maiella.

DOVE MANGIARE A TORREMAGGIORE E DINTORNI

Profumi sapori e piatti tipici, anche questa zona delle Puglia non disattenderà le vostre aspettative gastronomiche.

Fra i piatti tipici non mancate di assaggiare fave e cicoria, pancotto locale (ogni zona della Puglia ha varianti proprie).

Torremaggiore - dove mangiare

Vi segnalo quattro locali dove sono stata a mangiare:

Le tre volte ristorante di buon livello, ricavato da un ex frantoio, specializzato nella cucina del baccalà che gli ha fatto vincere dei premi a livello nazionale ed è anche presente nella guida Slow Food

Terrazza del borgo locale rustico dove mangiare carne e salumi oltre a piatti tipici locali, dotato di terrazza panoramica per le stagioni miti

Il vicoletto, locale da provare dove fanno cucina tipica con influenza moderne che non stravolgono la tradizione. Qui non mancate di provare il maialino nero al mirinello

Capolinea 60 locale informale dove mangiare un ottima pizza con impasto prodotto a lunga lievitazione che lo rende digeribile.

DOVE DORMIRE A TORREMAGGIORE

Torremaggiore - dove dormire - B&B L'Abbazia

Se dove venite a Torremaggiore o dintorni in luogo consigliato per dormire è il B&B L’abbazia.

Luogo accogliete, pulito, curato e molto carino dotato anche di spazio relax comune.

Potrete scegliere fra camere standard, camera superior con sauna privata oppure potete opzionare l’appartamento con due camere, cucina privata e ambiente salotto.

Nel pernottamento è compresa la colazione, servizio biancheria e riassetto della stanza.

Nota di merito alla gentilezza e ospitalità dei titolari Rosaria e Luigi.

*Articolo in collaborazione con Daunia Press Tour e Regione Puglia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.