Panpepato

#panpepato di ferrara o terniSi inizia a percepire forte il sentore del clima natalizio e anche Aifb si accinge ad vivere il suo ultimo mese del calendario del cibo italiano in base alle festività che chiudono l’anno con tante ricette a tema.

Oggi per esempio è la GN del Panpepato uno dei dolci più consumati in questo periodo ne è ambasciatrice la cara Marina Riccitelli che nel suo articolo su Aifb ci racconta la lunga storia e la contesa su questo prodotto consumato principalmente a Natale e Capodanno.

Per chi non lo conoscesse il panpepato è un tipico dolce natalizio di forma tondeggiante a base di frutta secca (mandorle, nocciole, noci), frutta candita (arancia e cedro), uva passa, farina, miele, cioccolato e spezie (noce moscata, cannella) fra le quali spicca il pepe da cui il dolce prende il nome che deriva dalla tradizione povera contadina giacché l’acquisito delle spezie era precluso alle tasche dei meno abbienti che potevano concedersene il lusso in via eccezionale solo in occasione delle festività natalizie.

E’ prodotto e consumato per lo più nel centro-nord Italia: Emilia Romagna (Ferrara), Lazio (Rieti), Toscana (la provincia di Siena) e Umbria (Terni) tuttavia l’origine ufficiale resta contesa tra Ferrara e Terni di talché la ricetta varia leggermente a seconda della tradizione del luogo e di famiglia.

Per lo stesso motivo anche la sua storia si diversifica a seconda della collocazione territoriale così il panpepato ternano deriva dalla commistione tra spezie importate dall’oriente intorno alla metà del 500 e i sapori locali tipici della tradizione italica come noci, agrumi e il mosto cotto (chiamato sapa nell’epoca romana) che ancora oggi viene prodotto appositamente per  preparare questo dolce.

A Ferrara invece l’origine viene individuata nei “pani arricchiti” che venivano preparati nei conventi di clausura del ferrarese durante le festività natalizie, la cui usanza sembra sia stata portata da un monaco. Il passaggio della ricetta dal Convento del Corpus Domini di Ferrara alla Corte Estense che lo ha diffuso (del panpepato si trova traccia nel Libro della Interada della Casa Estense) proverrebbe dal legame che quest’ultima aveva con il monastero o secondo altri per la dominazione che ha avuto la Chiesa sul territorio ferrarese; in base a quest’ultima teoria  il nome del dolce deriverebbe quindi da “Pan del Papa” dove è più comunemente denominato pampepato.

In ogni caso fra tanti prodotti di matrice simile annoverabili nella categoria del panpepato (riconosciuto all’unanimità come prodotto nazionale), soltanto il panpepato di Ferrara ha ottenuto di recente (nel 2015) il riconoscimento IGP.

La ricetta che vi propongo oggi è proprio quella ferrarese caratterizzata dalla presenza del cioccolato fondente tra gli ingredienti.

Realizzarlo è semplicissimo ecco come fare..

calendario del cibo italiano

Tempo 65 minuti
persone quantità 10

Ingredienti:

  • 200 g miele
  • 180 g di farina 00
  • 20 g di cacao amaro
  • 100 g nocciole pelate
  • 100 g mandorle pelate
  • 100 g di gherigli di noci
  • 100 g arance candite (o canditi misti)
  • 150 g di cioccolato fondente
  • 100 g di uva passa
  • 1 cucchiaino di noce moscata
  • 1 cucchiaino di cannella
  • 1 cucchiaino di pepe nero

Preparazione:

Fate rinvenire l’uva passa in poca acqua tiepida per mezz’ora.

Riducete il cioccolato amaro in piccoli pezzi.

Spezzettate la frutta secca grossolanamente in mod che resti abbastanza integra.

Mettete la frutta secca in una ciotola capiente, aggiungete l’uvetta strizzata.

Sciogliete il miele a bagno maria su fuoco basso fino a renderlo fluido poi versatelo nella ciotola con la frutta secca.

Aggiungete i canditi, le spezie (noce moscata, cannella e pepe) e mescolate.

Inserite quindi la farina, il cacao amaro, il cioccolato a pezzetti e mescolate e lavorate fino ad ottenere un impasto compatto.

Dividete in due l’impasto formate due pagnottine tonde pirlandolo un po’ sul tavolo da lavoro.

Adagiate le pagnottine su una leccarda ricoperta di carta forno, infornate a 170° per 20/25 minuti.

Estraete dal forno e lasciate raffreddare prima di consumare.

Se non amate le sembianze opache del panpepato potete spennellarlo con bagna fatta di acqua e miele (1/2 cucchiaio di miele e 1 cucchiaio di acqua).

Questo dolce conservato in una un ambiente asciutto, meglio se in una scatola di latte, si conserva fino a 2 settimane potete quindi prepararlo in anticipo per regalarlo in occasione delle feste.

Panpepato o pampepato

Nota: Se il miele risulta troppo denso aggiungete un cucchiaio o due di vino bianco o acqua.

 

Per questo post mi sono documentata su:

http://www.prolocoferrara.it/tradizioni-enogastronomiche/34-panpepato-o-pampapato.html

http://www.taccuinistorici.it/ita/news/medioevale/dolci/storia-dei-panpepati-o-pampepati.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Pampepato

http://www.cibo360.it/cucina/mondo/panpepato.htm

Se ti è piaciuta questa ricetta e non vuoi perdere le prossime metti il like sulla mia pagina   Facebook Cucinaserena o seguimi su Instagram e Twitter

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.